Nel corso dell’anno 2012  l’Antico Frantoio Toscano S.r.l. ha deciso di prendere parte ad un progetto internazionale a cui partecipano 13 partners (9 europei e 4 dell’America Latina). Lo scopo del progetto è quello di produrre materiale plastico biodegradabile: filo di sutura utilizzato in sala operatoria, buste e sacchetti con caratteristiche specifiche sia di compatibilità alimentare sia di resistenza fisica e termica. Per la produzione di questo materiale l’Antico Frantoio Toscano dovrà fornire l’acqua di vegetazione delle olive defenolizzata.

Il progetto mira alla realizzazione di  un nuovo ed efficiente metodo per la produzione di poliidrossialcanoato derivante  dalle acque reflue delle olive per  imballaggi a base polimerica e materiali da imballaggio da fonti biogeniche rinnovabili.

Poliidrossialcanoati (PHA), poliesteri prodotti naturalmente, stanno guadagnando attenzione nel mercato del polimero biodegradabile grazie alla loro elevata biodegradabilità e versatilità. Essi mostrano sufficienti proprietà funzionali per sostituire una parte dei materiali plastici usati oggi nel mondo, specialmente nella sostituzione del PET che è ampiamente usato per la produzione di bottiglie per bibite e negli involucri elettronici. La sfida sta nella produzione di PHA che ha costi e performance competitivi rispetto alla tradizionale produzione di polimeri a base fossile. Una recente ricerca ha scoperto che i polimeri PHA sono prodotti naturalmente da alcuni batteri all’interno della cellula batterica e possono essere estratti o trasformati per diversi utilizzi nell’ambito dei prodotti da imballaggio: adesivi, film etc. Il lavoro in corso serve per determinare se si possono coltivare in piante geneticamente modificate. Nonostante i risultati positivi, le numerose pubblicazioni e i brevetti sui materiali da imballaggio eco-compatibili la produzione di biopolimeri da fonti naturali è stata limitata principalmente per le difficoltà di lavorazione di materiali naturali, per le povere proprietà meccaniche, per la possibile tossicità a causa del degrado del materiale naturale, per la sensibilità all’umidità, per l’alto costo delle materie prime etc. Questo progetto si baserà sui risultati preliminari di una promettente ricerca sulla crescita di cianobatteri geneticamente modificati nelle acque reflue per produrre PHA. I cianobatteri sono un gruppo di batteri fotosintetici con tempo di generazione breve e sono i soli procarioti che accumulano PHA dalla fotosintesi ossigenica avendo il potenziale per la coltivazione di PHA in acque reflue. Le acque reflue delle olive verranno recuperate e riutilizzate per ottenere biopolimeri PHA per essere usati per la creazione di avanzato materiale da imballaggio. Una valorizzazione dei materiali di scarto sarà ottenuta utilizzandoli per la produzione di biomassa, di biodiesel e per l’estrazione di sostanze chimiche e naturali per compositi a base di poliidrossibutirrato (PHB).